giovedì 29 settembre 2011

AUGURI BERLUSCONI

Oggi, se non sbaglio, è il compleanno del nostro presidente del Consiglio.
     Vorrei fargli degli auguri sinceri e di vero cuore.
     Innanzitutto gli auguro di vivere a lungo ed in buona salute. Ma la cosa più importante è  questa: spero possa trascorre il prossimo compleanno e tutti gli altri che verranno in compagnia dei suoi nipoti e della sua famiglia, in una delle sue ville, il più lontano possibile da questo paese di m...., e portandosi appresso la sua corte o gran parte di essa, da Cicchitto a Capezzone, da Gasparri a La Russa.
     Auguri presidente e lunga vita ma lontano da noi.

martedì 27 settembre 2011

LE QUATTRO GIORNATE

     Pasquale Formisano aveva diciassette anni in quella fine settembre del 1943. Era nascosto dietro ad un cumulo di macerie, tra via Roma e vico D’Afflitto.
    Una colonna di carri armati nazisti, sfilava lungo la strada, alla ricerca dei napoletani in armi che poco prima avevano bloccato una colonna di soldati tedeschi.
    Sembrava non ci fosse nulla da fare contro quei potenti mezzi,  qualcuno scappava, altri si tenevano ben nascosti. Pasquale raccolse due bombe a mano, andò verso le auto blindate, ne lanciò una, poi l’altra. Non fece a tempo ad udirne lo scoppio perché fu crivellato dai proiettili.
    A poca distanza, a piazza Trieste e Trento, un altro ragazzo, il tredicenne Filippo illuminato aveva perso la vita in modo analogo.
    Nell’anniversario della Quattro Giornate non dimentichiamo come è nata la nostra Repubblica. E ricordiamoli quei ragazzi che diedero la vita.

Giacomo Lettieri di sedici anni
Gennaro Capuozzo di dodici anni
Vincenzo Baiano di dodici anni
Pasquale Formisano di diciassette anni
Filippo Illuminato di tredici anni

    E ricordiamo anche quelli rimasti sconosciuti, i senza nome, che avevano perso tutto a causa della guerra, anche i parenti che potessero riconoscerli.

domenica 25 settembre 2011

LA MORALE DI GIULIANO FERRARA

    Giuliano Ferrara, a cui molti ma per fortuna non tutti, anche di parte avversa riconoscono doti di intelligenza e cultura, è protagonista di una trasmissione su Rai1 i cui indici di ascolto sono inversamente proporzionali alla sua mole. In una televisione commerciale, anche quelle del suo principe Berlusconi, sarebbe già stata sospesa per eccesso di ribasso. Ma la Rai si sa è  televisione pubblica, non soggetta alle leggi di mercato, quindi è giusto che tutte le opinioni abbiano dimora, ovviamente ciò dovrebbe valere anche per Serena Dandini, per Santoro, per Luttazzi. Ma quanto a libertà di espressione il nostro paese vive anni difficili.
    Comunque, Ferrara ha affermato che il nostro Presidente del Consiglio dovrebbe chiedere scusa agli italiani per il suo comportamento, e fin qui d’accordo, ma poi secondo l’Elefantino, dovrebbe continuare a governarci anzi rilanciare, ma quanto l’ha lanciata?, la sua azione di governo.
    Egregio sig. Ferrara non è così che funziona la democrazia, non è come pestare il piede a qualcuno nel tram, si chiede scusa e si va avanti. I comportamenti privati di un uomo investito di carica pubblica hanno rilevanza politica, non si nega a Caligola di amare il proprio cavallo, ma non può farlo senatore.
    Marrazzo l’ex presidente della regione Lazio, implicato nello scandalo dei trans affermò: sono un uomo pubblico e quando un uomo pubblico sbaglia ha una sola scelta dimettersi.
    Ecco mi piace pensare che la differenza tra berlusconiani e gli altri non sia quella di essere, i secondi,  immacolati e infallibili, ma di avere l’onestà di  ammettere i propri errori e trarne le conseguenze.

mercoledì 21 settembre 2011

VIVA IL MERCATO ABBASSO IL MERCATO

    Non sono un adoratore del dio mercato, e non penso che il pil sia l’unico strumento per misurare la prosperità e la ricchezza di una nazione. Per me, forse sarò reazionario ma non ho paura delle parole, credo che  le borse dovrebbero tornare al loro scopo originario, quello di favorire l’afflusso di capitali dal risparmio agli investimenti.
    Penso anche che le agenzie di rating non possono e non debbono avere il potere di sostituirsi ai legittimi governi nazionali.
    Tutto ciò lo pensavano, fino a pochi mesi fa i nostri governanti. Adesso, che i mercati stanno giudicando negativamente le misure economiche del nostro governo, scoprono che la borsa è un orologio rotto, che le agenzie di rating si fanno condizionare dai media, che il mercato non è tutto.
    Il fatto è che in Italia c’è una miscela esplosiva, dovuta alla presenza congiunta di tre condizioni, che prese singolarmente potrebbero essere gestibili, ma tutte insieme rappresentano l’anticamera del fallimento.
    L’alto debito pubblico, la crescita vicina allo zero, il discredito sulle capacità del nostro governo di affrontare la crisi.
    Se si cominciasse a risolvere l’ultimo dei tre problemi, mandare a casa Berlusconi ed i suoi, avere un governo che abbia credito internazionale, già sarebbe un segnale per i mercati e si potrebbe poi mettere mano a misure per la crescita e per abbassare il debito pubblico.
    Ma in un parlamento come il nostro, eletto o meglio cooptato, grazie ad una legge elettorale antidemocratica, altro regalo della alleanza Berlusconi – Bossi, sarà difficile se non impossibile trovare le energie per voltare pagina.

martedì 20 settembre 2011

BOSSI IL CONDOTTIERO

    E così il sig. Umberto Bossi, non sapendo e non potendo spiegare  ai suoi sempre più sparuti e depressi militanti il fallimento politico, economico e morale della sua alleanza con Berlusconi, rispolvera la secessione.
    Il nord, dice non può più mantenere il sud dell’Italia. Bossi dovrebbe sapere che è esattamente il contrario, il sud ha mantenuto il nord per ben 150 anni. Il nord ha basato il suo sviluppo sullo sfruttamento delle risorse del sud, in primis la manodopera, e non solo quella bassa e dequalificata, ma fior di laureati e diplomati si sono spostati negli anni al nord ed hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo di questa parte del paese. Bossi ed i suoi dovrebbero ringraziare i migliaia di insegnanti provenienti dal sud, che con dedizione e preparazione hanno formato intere generazioni di italiani del nord. Inoltre non dimentichiamo che lo sviluppo  del nord Italia è stato finanziato dalle rimesse degli emigranti, per la stragrande maggioranza sudisti.
    Il sig. Bossi che è titolare di un ministero assolutamente inutile, deve sapere che il suo lauto stipendio viene pagato da tutti gli italiani, da nord a sud, isole comprese.
    Inoltre il ministro ha giurato su una Costituzione che, tra i suoi principi fondamentali,  all’art. 5 recita: La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
    Pertanto sarebbe una scelta etica dimettersi, perché non si condividono i principi su cui si è giurato.  Ma forse è troppo chiedere  un comportamento consono a principi morali  ad un partito che alza la voce a Pontida e abbassa i calzoni a Roma.
    Il ministro, segretario e fondatore leghista dice però di essere democratico e la secessione avverrà attraverso un referendum, che è impossibile da fare perché non è previsto dal nostro ordinamento.
    Allora cosa farà? si metterà alla testa del suo esercito con l’elmo bicornuto, a fianco il suo delfino Trota e i suoi stallieri, e con la Durlindana sguainata marcerà contro gli italiani che lo opprimono. Dove andrà questa armata Brancaleone?
    Un sonoro pernacchio, dal Cenisio alla balza di Scilla, la seppellirà.

sabato 17 settembre 2011

ITALIANI E ANTI

    E così i giovani del Pdl, già questa è una strana categoria, ma ognuno ha il diritto di vivere come più gli aggrada la propria gioventù, hanno fatto una lista di italiani e antitaliani.
    La categoria degli antipatrioti è stata, ed è tuttora, largamente utilizzata dalle dittature di ogni luogo e tempo, per giustificare le persecuzioni ai danni della opposizione interna e per spostare l’attenzione dai problemi.
    Tra gli italiani, degni di questo nome e di essere ricordati ai posteri, c’è la duchessa di Castiglione, che irretì con la sua grazie e, secondo alcuni, con i suoi favori sessuali, l’imperatore Napoleone III per indurlo ad allearsi con il Piemonte contro l’Austria. Questo la dice lunga sull’idea che hanno i giovani pidiellini sulla politica e sulla diplomazia, da chi mai l’avranno mutuata?
    Tra gli anti tra gli altri c’è Giorgio Bocca, reo di essere ex fascista passato poi ai partigiani. Se guardassero nel loro partito i giovani del Pdl ne vedrebbero a bizzeffe di ex: comunisti, fascisti, liberali, democristiani. Se mettessimo al bando gli ex il loro partito non esisterebbe.
    Tra gli anti mi sorprende la presenza di Borghezio «con quell’aria da Ollio padano non andrebbe preso sul serio». E invece Borghezio come tutta la lega, che è alleata fedele del Pdl, andrebbe presa molto sul serio e non utilizzata da supporto per difendere gli interessi del capo. Bossi ancora ieri incitava alla secessione ed alla padania.
    Non una parola, dai giovani in maglietta nere del Pdl, contro i proclami, questi sì antiitaliani, dei loro alleati.

martedì 13 settembre 2011

PASTA NERA

     Qualche sera fa, a causa di un caffè preso fuori orario, ho avuto l’opportunità di vedere su Raistoria a tarda sera,  Pasta Nera, il bellissimo documentario di Alessandro Piva, su un episodio di solidarietà avvenuto alla fine della seconda guerra nel nostro paese. L’orario e il canale danno il segno di come il nostro servizio pubblico tiene in conto la storia e la cultura del nostro paese.
     Tra la fine degli anno 40 e gli inizi dei 50 più di 70mila bambini del sud Italia, devastato dalla guerra e dalla fame, furono ospitati da famiglie del centro Italia e del nord. L’Emilia rispose in maniera particolarmente generosa.
     Mi sono ricordato che a fine anni ’70, la federazione comunista di Napoli aveva stampato un libretto su questa esperienza. L’iniziativa era infatti partita dall’Udi e dal Pci, un partito, il cui patrimonio politico e umano è stato, a mio avviso, troppo presto liquidato..
     Sono andato alla ricerca della pubblicazione tra vecchi almanacchi del partito, qualche atto congressuale e numeri di Rinascita, e alla fine l’ho trovato. Stampato nel 1979: Gaetano Macchiaroli ,Un’esperienza popolare del dopoguerra per la salvezza dei bambini di Napoli. C’è una breve presentazione di Eugenio Donise allora segretario  del Pci napoletano.
     Nell’iniziativa furono coinvolte figure storiche della sinistra napoletana, da Giorgio Amendola a Mario Alicata,  poi Gaetano Macchiaroli, Maria Antonietta Macciocchi, Maurizio Valenzi, militanti dei quartieri popolare,operai dell’ILVA.
     L’esperienza, nonostante le opposizione dei monarchici, allora maggioritari a Napoli e di parte della chiesa, che facevano vero e proprio terrorismo psicologico, dicevano che i bambini sarebbero andati in famiglie di comunisti, gli sarebbero state tagliate le mani o li avrebbero trasformati in sapone, ebbe un grande successo.
     Fu un esempio di capacità organizzative, di dedizione e di solidarietà tra nord e sud. Spesso questi bambini che parlavano solo in dialetto erano ospiti di famiglie di contadini che parlavo solo il loro dialetto, eppure si compresero, fu come, ha detto una intervistata nel documentario, un imcontro tra due mondi distanti, e quando due mondi si incontrano crescono entrambi.
    Speriamo che la Rai mandi di nuovo, in un orario più accessibile, in onda il documentario. Ma mi auguro che possa venire proiettato anche nelle scuole.

domenica 11 settembre 2011

BERLUSCONI IN NERO

     Ho visto sui Tg i servizi relativi all’intervento del presidente del consiglio, al convegno dei giovani del suo partito, e quello invece di Bersani alla festa del PD.
     Senza entrare nel merito di ciò che ha detto Berlusconi, solita solfa oramai trita e ritrita, contro i magistrati, la Costituzione, i giornali e l’opposizione che sarebbe antitaliana,  strano che lui che va a braccetto da decenni con i veri antitaliani, quelli che col tricolore vorrebbero pulirsi la faccia, scusate mi sono confuso volevo dire il c…., accusi gli altri di essere contro l’Italia.
     Dicevo non voglio entrare nel merito delle cose dette, ma voglio soffermarmi sulla scenografia, sui colori, sulla luce, delle due manifestazioni.
     Il nero è il colore predominante dei giovani del Pdl, magliette nere, volti un po’ scuri, tutti uguali. Lo stesso premier tutto in nero, con i capelli appiccicati in testa, il volto truce e la mascella un tempo volitiva, oggi quasi da bruxismo. Una atmosfera da Salò, da le donne non ci vogliono più bene.
     Di contro invece, al comizio di Bersani, tutti i colori possibili, luce, facce tutte diverse, non sorrisi stereotipati, bambini, donne.
     Forse è questa la differenza, tra il buio del passato e la luce di un futuro che speriamo arrivi prima che tutto precipiti.

venerdì 9 settembre 2011

SCUSI POSSO VIOLENTARLA? NO GRAZIE


    Il sig. Sacconi, in questi anni più che come barzellettiere, si era distinto per il suo odio verso tutto ciò che è a favore dei diritti dei lavoratori. Però si sa gli allievi tendono ad imitare i maestri, anche se spesso l’imitazione diventa grottesca, e così anche il nostro ministro ha voluto deliziarci con una squallida storiella.
    In un convento tutte le suore vengono violentate, una sola viene risparmiata perché è l’unica ad aver detto di no .
    Secondo Sacconi, dunque per non essere violentata una donna basta che si rifiuti. Perché si sa gli stupratori sono persone gentili, prima di usare violenza chiedono con cortesia il permesso, se la donna dice di no ne cercano un’altra più disponibile. Se l’avesse detto prima, quante donne si sarebbero risparmiate la violenza!
    Ma nello specifico la barzelletta serviva a spiegare l’articolo 8 della manovra finanziaria, quello per intenderci sulla libertà di licenziamento.
    Se ho ben capito quindi, l’imprenditore che intende licenziare chiamerà il lavoratore e con estrema cortesia gli chiederà: - Scusa vorrei licenziarti, tu cosa ne pensi? Ed il lavoratore, se è iscritto alla Cisl o alla Uil, risponderà con altrettanta cortesia: - Ma certo si figuri.
    Non posso però garantire come risponderà l’iscritto alla Cgil, temo che la risposta sarà un po’ meno garbata.
    Ma forse la storia può anche essere interpretata in altro modo, esistono due sindacati che si stanno facendo violentare derogando su tutto, c’è poi una terza organizzazione sindacale che continua a dire no, che ci sono diritti indisponibili sui quali non si può trattare, che ci sono conquiste di dignità dei lavoratori che sono intoccabili, che la concorrenza, il mercato, lo spread e bla bla bla, non possono mettere il discussione l’art.36 della nostra Costituzione: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
    Io dispero che i nostri Bonanni e Angeletti possano un giorno ricordarsi di essere sindacalisti, però conosco decine di iscritti alla Uil e alla Cisl che hanno aderito all'ultimo sciperro indetto dalla Cgil. http://lucio8.blogspot.com/2011/08/piccola-storia-di-due-grandi.html

mercoledì 7 settembre 2011

IL SEGRETARIO

     Il segretario, almeno nella tradizione italiana, rappresenta la voce più autorevole del partito, gli altri dirigenti possono anche parlare a titolo personale, ma quando parla il segretario è la linea ufficiale del partito, quella scaturita dai congressi, dalle direzioni e dalle altre assisi democratiche di una organizzazione partitica.
     I segretari dei partiti di massa uscita dalla clandestinità del fascismo, e che dettero vita alla nostra Repubblica non parlavamo in prima persona singolare ma utilizzavano sempre il noi, proprio per rimarcare questa collegialità e condivisione di tutti, militanti e dirigenti, alla linea di partito.
     Se dunque il segretario di un partito, poniamo Alfano, afferma che non ci sarà richiesta del voto di fiducia sulla manovra finanziaria, vorrà pur dire che quella linea è stata stabilita dalla direzione del partito, e se viene sconfessato poco dopo significa che Alfano non è il Segretario del Pdl ma è uno dei tanti messi lì a far da portavoce.

martedì 6 settembre 2011

IL GIRO DELLA PADANIA

     La padania si sa non esiste, vedi il mio post del 7 giugno http://lucio8.blogspot.com/search?q=padania , è una faceta invenzione di un buontempone di nome Bossi che dovendo sbarcare il lunario, qualche decennio fa, si inventò una patria per sistemare sé stesso e i suoi amici. L’operazione gli è riuscita molto bene, tanto da diventare ministro e dispensare ai suoi fedeli i più vari incarichi. Perfino suo figlio, detto il trota, senza sapere, come si dice a Napoli, neanche fare la O col bicchiere, si trova a fare il consigliere della più grande e importante regione d’Italia, portandosi a casa qualcosa come diecimila euro al mese.
     Adesso si é inventato il giro ciclistico della padania, al primo classificato, oltre alla maglia verde, un Golem, confesso credevo fosse un pokemon, al secondo uno scudo e una vanga, al terzo un trofeo a forma di M, il senso di quest’ultimo mi sfugge, spero non siano le iniziali del paese di M…. di Berlusconiana recente memoria.
     E’ come uno di quei giochi di strategia che si fanno sul computer, Age of Empires, o qualcosa di similare. Bisogna inventarsi un territorio, costruire case, templi, luoghi di lavoro, fare la guerra e conquistare terre. Con la differenza che una volta spento il computer tutto finisce, da noi invece non è possibile spegnere nulla ed il gioco si può trasformare, anche per la complicità,  più o meno mascherata, e l’insipienza di settori politici, in tragedia.

lunedì 5 settembre 2011

BUSH E BERLUSCONI

    Tutti ricorderanno Gorge Bush  fu presidente degli Usa per otto anni, il più potente uomo politico della nazione più potente del mondo.
    Per molti è stato un buon presidente, per molti altri è stato quello che ha scatenato qualche inutile guerra, ha abbassato le tasse ai ricchi e impoverito molti suoi concittadini.
    Ma qualunque sia il giudizio dopo otto anni è tornato ad essere un semplice cittadino e ad occuparsi dei suoi affari. Così come fecero Clinton ed altri prima di lui, e come è giusto che sia in un paese democratico.
    Solo in Italia da diciotto anni abbiamo la stessa classe dirigente, presidente del consiglio quasi a vita. Il segretario del Pdl Alfano, segretario come ricorderete eletto da un democratico congresso, candida ancora il sig. Berlusconi per le elezioni del 2013.
    Giusta designazione per un partito personalistico e aziendale.

domenica 4 settembre 2011

GOVERNO DI CLASSE

     Osvaldo Napoli, deputato del Pdl ed esponente, dunque, di questa maggioranza? politica che ci governa, qualche sera fa, intervistato dal Tg3, ha detto una cosa che mi è sembrata giusta, già questa sarebbe una notizia, non tanto per il sig. Napoli quanto in generale per il nostro ceto dirigente.
     Ha affermato che non bisogna governare solo per il proprio elettorato, ma avere una visione più generale degli interessi del paese.
     E’ vero, questo governo non legifera secondo questo criterio ma punendo o premiando i ceti, i settori e le zone geografiche che a ragione o a torto crede  siano suoi elettori o oppositori.
     Pensiamo in primis alla lega, che in tanti anni oramai di governo ha pesantemente penalizzato il sud. O all’ultima odiosa tassa del 2%, imposta dai leghisti, sul denaro che gli immigrati mandano alle loro famiglie.
     Pensiamo al vero e proprio furore ideologico contro le cooperative, contro  settori del pubblico impiego, contro gli insegnanti.
     Per contro invece guardiamo ai regali fatti agli evasori, a coloro che hanno portato i capitali all’estero, condonati col 5% contro il 30% degli altri paesi europei che hanno fatto una analoga iniziativa di scudo fiscale, pensiamo ai costruttori abusivi, il nostro presidente del consiglio fino all’ultima campagna per le amministrative prometteva condoni e sospensione degli abbattimenti.
     Credo che dire che questo governo è un governo classista è una verità difficilmente confutabile, poi se a qualcuno il termine classe non piace o sembra vetero comunista, pazienza, ma la realtà resta.

sabato 3 settembre 2011

GIANPAOLO TARANTINI E IL BENEFATTORE

     Gianpaolo Tarantini, noto alle cronache per aver provveduto a rifornire di escort l’utilizzatore finale Berlusconi, nella sua memoria difensiva, consegnata ai giudici, a pag. 5 dichiara testualmente:
“Complessivamente ho ricevuto circa 20 mila euro al mese (oltre ad altre somme per far fronte ad esigenze extra) fino al mese di luglio. Voglio subito precisare, a scanso di ogni equivoco, che l’importo di cui si tratta mi serve effettivamente per esigenze di vita, perché a mio carico, oltre alla mia famiglia, composta da mia moglie e da due bambine, vi è quella di mio fratello, composta da moglie e figlio, nonché la mia anziana madre vedova.”
     Il nostro presidente del consiglio si sa è un benefattore e quando vede una persona in difficoltà  mette subito mano al portafoglio. Quello che non capisco è come mai tra i suoi beneficiati non c’è mai qualche povero cristo, un barbone, una vecchia sdentata e che vive sotto i ponti, un cassaintegrato. Sempre ragazze giovani e carine, o, come in questo caso, persone in grado di conoscere e procurare ragazze giovani e carine.
     Il sig. Tarantini aveva bisogno per viver di ventimila euro al mese, e meno male che la sua famiglia non era più numerosa, se ci fossero stati altri fratelli o cugini o vecchie nonne da mantenere, per il povero presidente la somma sarebbe stata ben più cospicua.
     Ma come fanno gli operai della Fiat, o gli insegnanti, o i dipendenti pubblici a vivere con 1400/1500 euro al mese? E’ un mistero, avranno anche loro qualche benefattore occulto?

P.s. consiglio di leggere integralmente la memoria difensiva di Tarantini, sono 14 pagine, uno spaccato della nostra povera Patria.      http://download.repubblica.it/pdf/2011/tarantini.pdf

venerdì 2 settembre 2011

PAESE DI M****

“E’ vero fratello mio, non lo volevo dire per educazione, ma da quando sei entrato in questa stanza, anche io sento una puzza.”
     Qualcuno ricorderà la battuta del barone Zazà, interpretato da Totò, al fratello interpretato da Peppino.
     Il sig. Berlusconi ha detto che il nostro è un paese di merda, è  vero sig. presidente, anche noi sentiamo una puzza, è dal 1994 che la sentiamo.
     E’ puzza di populismo e di fascisti portati al governo, puzza di secessione e di razzismo, fetore di corruzione dilagante, tanfo di attacchi alla Costituzione e alle libertà e alla dignità dei lavoratori.
     La sentiamo, e sappiamo anche chi sono i responsabili di tale lordura.

giovedì 1 settembre 2011

L'AVANTI

    L’imprenditore Tarantini e consorte, e l’editore Lavitola, direttore e proprietario della testata l’Avanti, sono indagati per estorsione ai danni del sig. Berlusconi. Quello che più mi amareggia non è tanto l’aspetto giuridico o morale della questione, ma è il vedere accostare al nome di Lavitola un glorioso giornale come l’Avanti.
    Fondato nel 1896 ebbe fra i suoi primi abbonati il filosofo Benedetto Croce, tra i suoi direttori illustri uomini del socialismo italiano: Bissolati, Treves, Nenni, Lombardi, Pertini e De Martino.
    La sua redazione fu distrutta e bruciata più volte dai fascisti, chiuso dal regime, continuò la sua pubblicazione tra gli esuli politici, rivide poi la luce durante la resistenza.
    Passò indenne il periodo in cui fu direttore Mussolini, superò il ventennio fascista,  ma non scampò all’influenza di Craxi che tra i suoi demeriti, ha anche quello di aver affossato una voce libera e illustre.