domenica 26 giugno 2011

ALFANO BISIGNANI E ALTRI

     Forse ha ragione il ministro all’ingiustizia Alfano, le rivelazione delle intercettazioni telefoniche che stanno venendo fuori dalla cosiddetta P4 non hanno rilevanza giuridica.
     Ma politicamente di rilevanza ne hanno, eccome. Dovrebbero spiegare alla gente comune perché mai: deputati, ministri, sottosegretari, alti funzionari dello stato, dirigenti Rai, giornalisti, etc. sentissero il bisogno di telefonare decine di volte e di confidarsi con un tal Bisignani, tessera 203 della loggia P2 (anche se lui ha sempre negato) condannato a 2 anni e sei mesi nel processo Enimont e radiato dall’ordine dei giornalisti.
     Siamo in una palude come ha detto Bersani, ed in questa palude ci hanno gettato i sigg.B&B ed i loro alleati. In tutto questo il sig. B dice che gli italiani dovrebbero fargli un monumento, l’ultimo che pretendeva un monumento dagli italiani si chiamava Kesselring e tutti sappiamo come è finita la storia.

venerdì 24 giugno 2011

POESIA COLLETTIVA

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Chi ha una canzone nel cuore
la porti alle labbra.
Chi ha un sogno solitario
lo condivida con altri.
Chi ha una bandiera riposta
la sventoli alla finestra.
Chi ha un amore segreto
lo gridi nelle piazze.
Chi soffre da solo in silenzio
urli il suo dolore.

giovedì 23 giugno 2011

CHE PENA

     Che pena ieri quel dibattito alla camera dei deputati, il banco del governo ricordava gli ultimi governanti dell’Urss.
     Due persone anziane sedute vicine, l’una in piedi, che diceva esattamente le stesse cose che ripete da diciassette anni, ma senza più convinzione, stancamente, sapendo che il paese non è più con lui, la Confindustria lo ha lasciato, la Chiesa non si fida più, i cittadini affabulati un tempo dalle sue televisioni le guardano sempre di meno, per i giovani non è un modello da imitare.
     L’altro, il suo principale alleato, annoiato sbadigliava penosamente e masticava mentine, non comprendendo quello che  gridavano dai banchi dell’opposizione se lo faceva ripetere da Calderoli e La Russa. Non sa più cosa dire alla sua gente, costretto a fare il rivoluzionario nella sua inesistente patria e il signor sì a Roma, incapace oramai a tenere insieme la sua creatura partito.
     E intanto fuori dal palazzo, a rimarcare la distanza abissale che c’è tra il governo e il paese, i precari della scuola, quindi il peggio del peggio dell’Italia, venivano caricati  dalla polizia.

mercoledì 22 giugno 2011

ABOLIRE LE PROVINCE

     Tra le tante promesse non mantenuto da sig. Berlusconi c’è anche l’abolizione delle province, faceva parte del suo programma elettorale, ma non solo non sono state abolite ma ne sono state create altre per beneficare i centri di potere leghisti e pidiellini.
     Il nostro premier ed il suo superministro Tremonti  dicono che non vale la pena di abolire le province perché il risparmio sarebbe solo di 200milioni di € l’anno.
     C’è da dire alcune cose: la prima l’abolizione delle province era nel programma elettorale delle destra quindi al di là dell’entità del risparmio sarebbe opportuno che un governo rispettasse gli impegni assunti.
     La seconda, con 200milioni di € all’anno si potrebbero ad esempio assumere 5mila giovai ed utilizzarli nella lotta all’evasione.
    Terza, il risparmio di cui parla il governo si riferisce solo ai costi politici, cioè agli stipendi dei presidenti, vicepresidenti, assessori e ai gettoni di presenza dei consiglieri. Non tiene conto invece dei costi di rappresentanza: auto blu, consulenti, uffici stampa, missioni, affitto sedi, questi costi sono valutati intorno ai 700milioni all’anno.
Ulteriori risparmi si potrebbero ottenere dall’accorpamento degli uffici e delle competenze attualmente divise tra comuni, province e regioni.
     Una stima  dell’Istituto Bruno Leoni valuta un risparmio non inferiore all’1,9 miliardi di €.
Ciò salvaguardando tutti i posti di lavoro e spostando gli impiegati in altre amministrazione, ad esempio la giustizia, con un ulteriore risparmio non quantificabile.

martedì 21 giugno 2011

ANTONIO D'AMATO


     Il dott. Antonio  D’Amato, ex presidente delle confindustria, che da tempo  ha preso le distanze da Berlusconi e dal suo governo, fa parte di quella schiera di imprenditori che credettero nella rivoluzione liberale del presidente del consiglio e che poi col tempo si sono dovuti ricredere.
     Già sorprese la sua presa di posizione a favore di De Magistris e contro Lettieri, ma stamattina ha detto qualcosa di più: “La Lega si è messa fuori dall’arco costituzionale, da Pontida è stato lanciato un altro attacco all’Unità del paese.” poi rincara la dose: “coesione nazionale significa tenere la Lega ai margini del sistema politico italiano”.
     E’ un chiaro esempio, se ce ne fosse ancora bisogno, che il blocco sociale che ha retto il berlusconismo si è oramai frantumato, il governo non rappresenta più la maggioranza degli italiani e non basta qualche Scilipoti  per nascondere questa realtà.
     Ma è un messaggio anche ai vari Alemanno e Polverini, che ancora credono nella possibilità di irretire Bossi e portarlo a miti consigli. 

lunedì 20 giugno 2011

LA MANCATA SORPRESA DI PONTIDA

     Forse qualcuno si aspettava che Bossi avesse tolto, come si dice, la spina al governo, ma il leader maximo della lega non ha fatto altro che farfugliare, davanti ad un pubblico non certo oceanico, le solite cose che dice oramai da venti anni.
     Si comprende l’impossibilità del senatore di rompere con Berlusconi a cui è legato da un rapporto simbiotico, la fine politica dell’uno significherà anche la fine dell’altro. Il rapporto non sembra solo politico, anche perché in tanti anni di governo comune ben poco la lega ha portato a casa, sembra piuttosto un rapporto personale difficile da sciogliere, c’entra forse il salvataggio dei bilanci del carroccio fatto dal presidente di tutto e di più?
     Bossi dice che il ministero del lavoro deve stare a Milano perché è lì che si lavora. Bene con questo principio dove metteremo gli altri ministeri?
      Il ministero dei rapporti col parlamento è chiaro sarà a Roma, almeno fin tanto che il parlamento sarà nella capitale o che Roma sarà capitale. Il ministero per le politiche europee sarà a Bruxelles. Il ministero per il turismo a Venezia, è la principale meta turistica italiana.
     Per tutti gli altri ministeri ho qualche dubbio su dove ubicarli, per uno però ho una certezza il ministero della giustizia lo metteremo ad Arcore.

mercoledì 15 giugno 2011

BRUNETTA

     Oggi c’è stato uno spiacevole episodio, un gruppo di precari ha cercato di aggredire il ministro Brunetta. Prima una donna armata di microfono, poi un ragazzo armato di parole, ma lui impavido ha accettato il confronto democratico e, salito sull’auto blu, è andato via verso altre battaglie.
     Il sig.Brunetta, ministro di un governo precario, è senz’altro il più antipatico tra i membri di questo governo, ha il ghigno del potente, che dall’alto dei suoi privilegi, si diverte a tormentare gli altri, guardate il suo sorriso cinico quando parla dei seicentomila posti di lavoro in meno che ci saranno nella pubblica amministrazione, sono licenziamenti più o meno striscianti, chiunque al suo posto anche il più insensibile tra i ministri, farebbe almeno la faccia di circostanza, lui no, sorride beffardo ve l’abbiamo fatta impiegati  infedeli e forse anche di sinistra sembra dire.

lunedì 13 giugno 2011

LA LOGICA E LA RUSSA

    Posso capire che il ministro La Russa non fosse troppo soddisfatto dei risultati del referendum, e non avendo sotto mano cronisti da prendere a calci ha preso a calci la logica, infatti a caldo sui Rai Tre ha affermato che se il referendum non avesse raggiunto il quorum sarebbe stato una vittoria politica del governo, però avendo raggiunto il quorum – cosa vi aspettereste voi? una vittoria dell’’opposizione –  NO,  ha affermato che  avendo raggiunto il quorum non cambia nulla.

giovedì 9 giugno 2011

GLI AMICI NON SERVILI

    E così Ferrara ha riunito gli “amici non servili” di Berlusconi. Col direttore del Foglio c’erano tra gli altri: Feltri, Belpietro, Sallusti. Gli amici non servili hanno invitato il presidente di tutto e di più a cambiare passo, a smetterla con gli attacchi ai giudici, a ritornare alle origni dell'avventura politica del cavaliere.
    Già si vocifera che Emilio Fede stia organizzando una convention  degli “Amici servili” sembra che tra gli altri abbiano dato la loro adesione: Minzolini, Bondi, e un numero imprecisato di ragazze più o meno giovani. Lo scopo è quello di appoggiare il super presidente in qualsiasi cosa faccia o dica, quindi non si discosteranno molto da quello che hanno fatto finora.
    Si dice anche, ma la notizia è da verificare, che si stia costituendo l’associazione degli “Avversari servili” organizzata dal Corriere della sera, si parla addirittura di Massimo D’Alema far i costituenti, spero che quest’ultima notizia sia falsa.
    In tutto ciò ci si chiede dove si schiererà Bruno Vespa, sembra stia organizzando una associazione dal nome " amici servili o non servili, dipende dalle circostanze".

mercoledì 8 giugno 2011

I NOSTRI CRIMINI DI GUERRA



Bambini morti a causa dei bombardamenti.
Archivio storico della città di Barcellona
     Anche gli italiani, nel corso degli anni della dittatura fascista, si sono macchiati di crimini di guerra, anche se dal dopoguerra in poi, per ragioni diverse, si è cercato di gettare sabbia su questi ricordi imbarazzanti.
    Basti pensare all’uso di gas in Africa orientale, alla repressione dei popoli slavi, alla deportazione degli ebrei italiani, all’aiuto spesso determinante nella cattura  di partigiani e nello sterminio di interi paesi da parte dei nazisti.
    Recentemente l’associazione  spagnola Altraitalia,  ha presentato una denuncia per crimini di guerra contro lo stato italiano. La denuncia si riferisce ai brutali bombardamenti contro la popolazione della città di Barcellona nel corso della guerra civile, che causarono 2700 morti tra la popolazione civile,  la distruzione di 1800 edifici civile, un numero imprecisato di  feriti, più di 7.000 secondo gli storiografi.
    Il bombardamento non aveva obiettivi militari, non parliamo quindi dei famigerati danni collaterali, ma si prefiggeva solo ed esclusivamente di terrorizzare i civili di una città dichiaratamente antifranchista.
    I querelanti affermano che il crimine non può ritenersi prescritto, ma non chiedono alcun tipo di risarcimento, solo le scuse ufficiali e formali del governo italiano magari per bocca del ministro della difesa La Russa.
    Credo che attenderanno invano le nostre scuse, non siamo abituati a fare i conti col nostro passato, tendiamo sempre ad autoassolverci.

martedì 7 giugno 2011

MISS PADANIA PARLA ITALIANO

I padani sono un ameno popolo che vive tra le Alpi ed il Po, crede nel dio del fiume e nelle virtù taumaturgiche delle sue acque.
Non avendo una lunga tradizione patriottica rubacchiano un po’ qua e un po’ là, si sentono galli, celti, slavi, tedeschi, ma sicuramente non italiani. Anche l’inno nazionale hanno dovuto prenderlo in prestito da Giuseppe Verdi.
Scimmiottano le altre nazioni, tanto da aver partecipato al campionato mondiale di calcio delle nazioni inesistenti, la Rai qualche tempo fa ne diede anche conto, e hanno anche un concorso di miss padania.
Quest’anno il titolo è toccato a Jessica (nome molto padano) Brugali,  memorizziamolo questo nome la ragazza potrebbe fare strada..
Bene la signorina Jessica oltre che di gradevole aspetto, come si conviene ad una miss seppur padana, sa anche parlare e lascia interviste in italiano, si perché la commissione culturale della lega non ha ancora stabilito quale dei 37 dialetti padani può assurgere a lingua nazionale, qualcuno propone il bossiano, linguaggio fatto oltre che di parole, di suoni gutturali e gesti o gestacci secondo i punti di vista.
Bene, la  miss si dice contraria alla possibilità che al concorso dal prossimo anno possano partecipare anche ragazze provenienti dal sud dell’Italia, dice che una con gli occhi neri e i lineamenti mediterranei non c’entra nulla con la padania, poi aggiunge che le partecipanti devono avere i genitori entrambi del nord,  dunque  no ai matrimoni misti, e termina dicendo che al sud sono un po’ svogliati, grazie per l’eufemismo.
Non ci meraviglieremmo se  a una così si aprissero le porte della politica, un posticino in una lista bloccata si potrà sempre trovare.

lunedì 6 giugno 2011

DUE MINISTERI

    Bossi come tutti sanno è il ministro per  le riforme, Calderoni invece è ministro per la semplificazione normativa.
    Adesso se questi due ministeri, probabilmente utilissimi, fossero spostati al nord nessuno nella capitale ne sentirebbe la mancanza.
    Eviteremmo anche le fastidiose trasferte che i due sono costretti a fare a Roma ladrona per svolgere il loro duro lavoro, una volta al mese per ritirare lo stipendio e magari fare qualche pranzetto con Alemanno sarà più che sufficiente.
Diamoglieli questi due ministeri.

venerdì 3 giugno 2011

ANCORA CAPEZZONE

    Riecco el cabezon, dopo che il Pdl ha deciso di nominare Angelino Alfano segretario politico del partito, il portavoce Capezzone ha dichiarato  testualmente: "il presidente Berlusconi  e i tre coordinatori hanno scritto una pagina coraggiosa."
    Nel chiuso del loro bunker, mentre tutto intorno cadevano bombe, con i comunisti alle porte e gli islamici che impalavano i resistenti, i cinque: il presidente di tutto e di più, i tre coordinatori e l’ex ministro all’ingiustizia, decidevano non solo di resistere fino alla fine ma addirittura di nominare, udite, udite, un segretario politico, cosa che da tempo immemorabile tutti i partiti degni di questo nome hanno.
    Non ho ben compreso dove sta il coraggio.
    Adesso sarà perché da piccolo la mia maestra elementare ci leggeva gli episodi di coraggio degli antichi romani: Muzio Scevola, Orazio Coclite, o degli eroi risorgimentali: i Martiri di Belfiore, Amatore Sciesa o Enrico Toti, ma la mia idea di coraggio e un po’ diversa.
Forse Bondi, a proposito ma non si era dimesso da coordinatore?, è passato in catene davanti alle rovine di Pompei e chiudendo gli occhi ha pronunciato la famosa frase tiremm innanz.
Oppure La  Russa ha lanciato con un grido rauco la sua protesi, non so se abbia una protesi, oltre la trincea, o Verdini a capo di un manipolo di trecento è sbarcato a Lampedusa liberandola dagli infedeli?

mercoledì 1 giugno 2011

MASSIMO ZEDDA

     Ho visto ieri Massimo Zedda, neo sindaco di Cagliari, a Ballarò, un ragazzino, intimidito dalle domande, schivo, riservato, con quello stupendo accento sardo, non ho potuto non pensare ad un altro grande sardo ricordo e mito della mia generazione, altrettanto riservato e intimorito dal potere.
     Confesso mi sono commosso.
     Sono certo Zedda sarà un ottimo sindaco ed anche di più.