mercoledì 22 giugno 2011

ABOLIRE LE PROVINCE

     Tra le tante promesse non mantenuto da sig. Berlusconi c’è anche l’abolizione delle province, faceva parte del suo programma elettorale, ma non solo non sono state abolite ma ne sono state create altre per beneficare i centri di potere leghisti e pidiellini.
     Il nostro premier ed il suo superministro Tremonti  dicono che non vale la pena di abolire le province perché il risparmio sarebbe solo di 200milioni di € l’anno.
     C’è da dire alcune cose: la prima l’abolizione delle province era nel programma elettorale delle destra quindi al di là dell’entità del risparmio sarebbe opportuno che un governo rispettasse gli impegni assunti.
     La seconda, con 200milioni di € all’anno si potrebbero ad esempio assumere 5mila giovai ed utilizzarli nella lotta all’evasione.
    Terza, il risparmio di cui parla il governo si riferisce solo ai costi politici, cioè agli stipendi dei presidenti, vicepresidenti, assessori e ai gettoni di presenza dei consiglieri. Non tiene conto invece dei costi di rappresentanza: auto blu, consulenti, uffici stampa, missioni, affitto sedi, questi costi sono valutati intorno ai 700milioni all’anno.
Ulteriori risparmi si potrebbero ottenere dall’accorpamento degli uffici e delle competenze attualmente divise tra comuni, province e regioni.
     Una stima  dell’Istituto Bruno Leoni valuta un risparmio non inferiore all’1,9 miliardi di €.
Ciò salvaguardando tutti i posti di lavoro e spostando gli impiegati in altre amministrazione, ad esempio la giustizia, con un ulteriore risparmio non quantificabile.

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