domenica 23 ottobre 2011

GHEDDAFI

    Dove sono finite le amazzoni, e i cavalieri berberi, e le tende immense ed eleganti, e i palazzi con le fontane d’oro? Dove sono le lezioni di Corano date a giovani donne, e gli abbracci e i baci dei potenti mondiali? E’ tutto finito, un colpo di pistola alla nuca, il popolo ha avuto la sua giustizia.
    Le anime belle e sensibili si lamentano di quel cadavere vilipeso e mostrato al mondo. Quelle stesse anime che hanno sepolto senza battere ciglio centinaia di migranti nel mare nostrum, che hanno visto scomparire nei campi di concentramento libici migliaia di disperati che fuggivano la guerra e la fame, che hanno fatto affari col dittatore, perché le nostre democrazie occidentali sopportano volentieri i dittatori quando questi controllano petrolio e materie prime.
   C’è un solo modo per evitare che scene del genere si ripetano in futuro: impedire che i tiranni vadano al potere, e quando ci si accorge che al potere è un tiranno rompere i rapporti, non sperare di utilizzarlo, perché  prima del petrolio, prima degli affari e dei profitti, prima di tutto deve esserci la dignità e le libertà personali.
     Utopia? Può essere.

venerdì 21 ottobre 2011

SALAPUZIO CHI E' COSTUI?

    La lingua italiana si sa è molto ricca, formata da circa 250mila vocaboli. Molti sono oramai inutilizzati, perché anche la parole hanno un loro ciclo vitale: nascono, vivono e poi muoiono.
    Sabrina D’Alessandro, una giovane pubblicitaria ha pubblicato: il libro delle parole altrimenti smarrite, si tratta di una raccolta di vocaboli non più in uso, spesso legati ad una civiltà contadina scomparsa, termini a volte buffi e divertenti.
    Voglio segnalarne uno che mi ha particolarmente colpito:  SALAPUZIO, cerco il significato sul grande dizionario Gabrielli e trascrivo integralmente: dal latino salaputium, uomo libidinoso, di piccola statura, astioso e saccente.

giovedì 20 ottobre 2011

MARGHERITA BONIVER

    Frattini, il ministro che guarda lontano, nega al Tg5, di avere mai portato con sé in occasioni ufficiali un tale Lavitola, peccato che un servizio della televisione albanese lo smentisca sonoramente. Di fronte ad una menzogna così palese le opposizioni chiedono che il ministro si dimetta.
    In particolare Bocchino di Futuro e Libertà afferma che: tra i tanti motivi per cui l'Italia ha perso credibilità nel mondo c'è anche quello di avere un ministro degli Esteri bugiardo.
    Bocchino e le opposizioni pongono un problema politico. La risposta del Pdl è affidata a Margherita Boniver, ex craxiana ed oggi berlusconiana di ferro. La signora risponde direttamente al suo ex collega di partito: Ma Bocchino non ha altro a cui pensare? Perché non pensa piuttosto al suo gineceo, quello passato e quello presente. Questo lo dovrebbe tenere abbastanza indaffarato...".
    E’ strano come la destra di casa nostra, sempre così pronta a difendere la privacy del capo supremo, non sappia rispondere con argomenti politici ma solo con insinuazioni di carattere personale. E così Bocchino dovrebbe pensare ai suoi problemi con le donne piuttosto che parlare di politica.
    D’altra parte che risposte politiche ci si potrebbe aspettare dalla signora Boniver, una che condivide il governo con un tale Umberto Bossi, che qualche anno fa in un pubblico comizio apostrofò la signora in questione facendo il gesto dell’ombrello: Ehi Boniver, bonazza, la Lega è sempre armata, ma di manico.

domenica 16 ottobre 2011

LA SANTANCHE' E GLI SBADIGLI

   Umberto Bossi ha sbadigliato per ben 12 volte durante il discorso di Berlusconi alla camera, come impietosamente hanno mostrato telecamere e fotografi.
   La signora Santanchè nel tentativo, per la verità piuttosto goffo di giustificare gli sbadigli del capo leghista, ha detto che è un uomo malato e prendersela con un uomo malato è da vigliacchi.
   Perfettamente d’accordo con la signora per quanto riguarda la seconda parte della sua affermazione. Però, credo che i cittadini abbiano il diritto di sapere che tipo di malattia ha Bossi, è ancora capace di ricoprire un ruolo istituzionale così importante? La sua malattia potrebbe pregiudicare le decisioni politiche che deve prendere?
   Io però sono convinto, e spero, che gli sbadigli di Bossi non siano il sintomo di una malattia, ma piuttosto la noia mortale nel sentire un vecchietto con le zeppe e il parrucchino ripetere, oramai sempre più stancamente, le stesse cose da diciassette anni.

venerdì 14 ottobre 2011

LA MINISTRA PRESTIGIACOMO

    Qualche giorno fa un mio conoscente mi ha raccontato che il suo barbiere, interrogandosi sul senso della parola dismissioni, aveva dato come significato il fatto che in Italia non esiste o è rara l’abitudine di dimettersi.
    In Italia dimettersi sembra un ammissione di colpa, negli altri paesi ci si dimette per difendersi meglio, per salvaguardare l’immagine del proprio gruppo politico  o dell’istituzione di cui si fa parte.
    Da noi le dimissioni qualche volta si minacciano per poi rientrare quasi subito.
    Prendiamo ad esempio la signora Prestigiacomo, ministra all’Ambiente,  nel 2009 minacciò di dimettersi se il governo non avesse ridato al suo ministero le competenze in materia di reti energetiche e nucleari. Nel 2010, dopo aver votato con le opposizioni un articolo su carico e scarico dei rifiuti minaccia, di uscire dal Pdl. La signora imperterrita è ancora lì al ministero e nel suo partito.
    Negli ultimi tempi, forse presa dalle telefonate con Bisignani, non si era accorta che il suo governo stava tagliando i fondi del suo ministero, ma mica qualche migliaia di euro,  qui si parla del 90% in meno.
    I fondi per l’ambiente passano da 1,3 miliardi di euro a 120 milioni. Praticamente il ministero è cancellato, come ha riconosciuto la stessa ministra. La quale ha anche detto che non voterà mai in consiglio dei ministri ed in aula una norma del genere. Se ciò dovesse veramente accadere, dopo aver votato contro il suo governo la signora dovrebbe dimettersi da ministro. Ma scommettiamo che non accadrà, i tagli dal 90% verranno portati all’85% e la ministra con questa vittoria in tasca resterà al suo posto.

giovedì 13 ottobre 2011

AULA SORDA E GRIGIA

    Pena e sgomento, sono queste le parole che mi vengono in mente a guardare le dichiarazioni del nostro sig.  primo ministro alla camera.
    Un parlamento mezzo vuoto, sordo e grigio, come lo definì Mussolini, nel quale l’unica cosa visibile erano gli sbadigli di Bossi.
    Un discorso teso e nervoso che voleva sembrare pacato, di un uomo che non rappresenta più nulla, tenuto in piedi dai suoi tentativi di garantirsi l’impunità dai processi e da una maggioranza parlamentare illegittima, perché eletta con un sistema elettorale non democratico.
Una maggioranza fatta di parlamentari che votano per inerzia, dato che devono tutto al loro capo: l’elezione, la carriera e la futura pensione. E continuano a votare la fiducia sotto la minaccia di elezioni, perché molti di loro sanno che in caso di scioglimento anticipato delle camere non verrebbero rieletti.
    Questi parlamentari è quanto di peggio il nostro sistema politico abbia prodotto negli ultimi sessant’anni,  abbarbicati ai loro privilegi, prima ce ne liberiamo e meglio sarà per tutti.

martedì 11 ottobre 2011

FRATTINI GUARDA LONTANO E NON VEDE VICINO

    Avete mai notato lo sguardo del nostro ministro Frattini? Quando parla o quando ascolta, il che credo capiti di rado, sembra sempre che guardi lontano, oltre i confini del nostro stato, il che per un ministro degli esteri starebbe anche bene, ma lui va oltre, il suo sguardo supera i confini dell’Europa e forse anche del mondo reale. I suoi occhi sembrano dire: voi vi perdete dietro ai problemi contingenti, ma io sono uno statista la mia visione va oltre tutti i confini.
     Oggi il nostro ministro si lamenta perché Merkel e Sarkozy, si sono riuniti per decidere sui futuri dell’’Europa senza invitare il nostro premier. Ma i due sono i rappresentanti delle due economie più forti del nostro continente, gli tremeranno le vene ai polsi, non dormiranno di notte vedendo quale pericolo corre l’economia europea. Perché avrebbe dovuto invitare il sig. B?. si parlava di cose serie. Quando i due sentiranno il bisogno di una cena conviviale, di ascoltare qualche barzelletta allora l’invito ci sarà.
     Ma d’altra parte anche B. cosa ci sarebbe andato a fare, lui si annoia a parlare di economia. E poi diciamocelo, la Merkel è sì una donna intelligente però con quei fianchi non può certo dirsi bella. Lontano mille miglia dalle belle politiche di casa nostra, meglio di casa sua. Non c’era neanche la Bruni. Meglio andare nella dacia di Putin a spegnere le candeline, sicuramente l’ambiente era più stimolante.
     Ecco sig. Frattini invece di guardare lontano e non vedere nulla, farebbe meglio a guardare vicino, troverebbe le motivazioni per le quali l’Italia non ha più alcuna credibilità internazionale.

domenica 9 ottobre 2011

ANDREA COSTA NON E' UNA NAVE DA CROCIERA

    Sul  finire degli anni ’70 un mio conoscente, iscritto al Partito Socialista, fece richiesta per iscriversi al Partito Comunista. Gli chiesi come mai, considerando che proveniva da una famiglia di vecchie tradizioni socialiste, mi rispose semplicemente che non poteva stare in un partito nel quale si credeva che Andrea Costa fosse il nome di una nave da crociera.
    Questo episodio mi è tornato alla mente leggendo ancora sulla lista degli anti italiania fatta dai giovani del Pdl, ma è ancora valida questa denominazione?, il nome di Palmiro Togliatti.
    Io posso comprendere che per i giovani pidiellini la svolta di Salerno sia una curva pericolosa sulla Salerno Reggio Calabria, oppure il memoriale di Yalta sia una memoria difensiva fatta da Putin per difendersi da qualche processo.
    Però sarebbe bene che, oltre alla storia fotoromanzata del proprio capo e fondatore, studiassero anche la storia patria. Saprebbero ad esempio che con la svolta di Salerno, il leader comunista, mettendo da parte la pregiudiziale antimonarchica, contribuì in maniera determinante all’unità delle forze che si battevano contro il nazifascismo.
    Saprebbero anche che, dopo l’attentato che lo colpì, Togliatti invitando alla calma evitò tentativi insurrezionali che avrebbero trascinato l’Italia in una guerra civile e in una probabile riedizione del fascismo.
     Saprebbero anche che l’allora partito comunista dopo la sconfitta elettorale del 18 aprile, accettando il responso elettorale,  entrò di diritto nella storia della democrazia italiana. Ed in quella storia c’è stato da protagonista e spesso da principale difensore dei valori costituzionali e antifascisti.

giovedì 6 ottobre 2011

NO AL BAVAGLIO

    Per principio credo che le idee, gli uomini e le merci debbano poter circolare liberamente in ogni parte del mondo.
Che in Italia giungano prodotti cinesi o coreani o di qualsiasi altra provenienza è nell’ordine di un mondo che si è fatto più piccolo. Ma l’importante è che il consumatore sia informato sulla provenienza di ciò che compra.
Se compro un barattolo di pomodori ho il diritto di sapere se quei pomodori sono italiani, piuttosto che spagnoli o cinesi. Starà poi alla mia  scelta di consumatore e cittadino libero e informato scegliere, per qualità, per prezzo o per convinzione.
     La differenza tra sudditi e cittadini è tutta qui, nella libertà di essere informati. E la differenza tra una dittatura e una democrazia nella capacità di quest’ultima, di creare cittadini informati e consapevoli. 
     Ciò vale anche e ancor di più per la conoscenza che dobbiamo avere dei nostri politici.
Io ho il diritto di sapere se in parlamento ci sono deputati che votano leggi omofobe e poi frequentano trans  e omosessuali, ho il diritto di sapere se chi vorrebbe mandare in galera le prostitute è un puttaniere nella sua vita privata, voglio sapere se chi manda in galera un ragazzo per uno spinello fa uso di cocaina e la porta anche nei palazzi, se chi mi chiede sacrifici perché c’è la crisi regala ventimila euro al mese non si sa a quale titolo, devo sapere se chi mi chiede la tracciabilità dei miei assegni paga l’affitto in nero.
   Poi possiamo anche continuare a votarli perché ci sta bene così, ma abbiamo il diritto di sapere.
    La legge in approvazione alla camera ci nega questo diritto, la casta che ci governa non vuole controlli, vuole avere mano libera su tutto.

lunedì 3 ottobre 2011

LEGHISTI IMMAGINARI

    Ha ragione l’Arbiter  elegantiarum del nostro parlamento, il sig. Calderoli, quando afferma che Tosi, suo collega di partito e sindaco di Verona, è fuori dalla lega.
    Infatti l’articolo 1 dello statuto del partito che va sotto il nome di lega nord per l’indipendenza della padania, recita: “ha per finalità (la lega) il conseguimento dell’indipendenza della padania, attraverso metodi democratici? e il suo riconoscimento internazionale quale repubblica federale indipendente e sovrana”.
    Quindi lo scopo primo di chi milita nella lega padana è quello di lavorare per l’indipendenza della fantomatica patria padana, indipendenza da chi? dall’Italia che per 150 anni ha tenuto sotto il suo tallone i popoli padani, sfruttandoli, condannandoli all’emigrazione, depauperando il loro territorio, distruggendo la loro economia.
    Adesso se qualcuno lentamente si sta rendendo conto delle sciocchezze di Bossi & compagnia bella, e credo che siano in tanti, sarebbe il caso che cominciasse a venire allo scoperto, il tempo stringe e la soluzione seria dei problemi non è più procrastinabile.

sabato 1 ottobre 2011

SETTEMBRE IL MESE DEI MIRACOLI

    Settembre è stato il mese dei miracoli nel nostro paese, molte persone in coma profondo, che sembrava irreversibile,  si sono risvegliate.
    Prima di tutti la nostra Emma nel paese delle meraviglie, Marcegaglia, un tempo famosa per le sue minigonne, oggi una affascinante ed intelligente  donna a capo della Confindustria.
     La signora si è accorta d’un tratto che questa alleanza di governo sta trascinando il nostro paese in un baratro. Evita di dire quali sono le responsabilità degli imprenditori suoi associati, che negli ultimi vent’anni hanno appoggiato acriticamente la politica berlusconiana.
     Purtroppo non è la prima volta, e temo che non sia l’ultima, che la nostra borghesia imprenditoriale, incapace di investire in ricerca ed in innovazione, punta le proprie speranze sulla destra populista e antisindacale. Pensa di risolvere i propri problemi di competitività precarizzando il lavoro, impoverendo i lavoratori, attaccando le conquiste sindacali.
     L’altro miracolato, svegliatosi dal sonno comatoso, è il card. Bagnasco, rappresentante dell’ipocrisia cattolica del fate quello che dico ma non quello che faccio. In cambio di spiccioli e di facilitazioni alle proprie imprese turistico e commerciali e alle scuole, ha affidato la rappresentanza dei valori Cristiani a Berlusconi e Bossi, adesso è alla ricerca di un nuovo punto di riferimento, l’importante è non toccare i privilegi acquisiti.
     Tra i tanti risvegli dormono ancora in dolce sonno i due sindacalisti Angeletti e Bonanni, forse il fresco autunnale sveglierà anche loro.