giovedì 6 ottobre 2011

NO AL BAVAGLIO

    Per principio credo che le idee, gli uomini e le merci debbano poter circolare liberamente in ogni parte del mondo.
Che in Italia giungano prodotti cinesi o coreani o di qualsiasi altra provenienza è nell’ordine di un mondo che si è fatto più piccolo. Ma l’importante è che il consumatore sia informato sulla provenienza di ciò che compra.
Se compro un barattolo di pomodori ho il diritto di sapere se quei pomodori sono italiani, piuttosto che spagnoli o cinesi. Starà poi alla mia  scelta di consumatore e cittadino libero e informato scegliere, per qualità, per prezzo o per convinzione.
     La differenza tra sudditi e cittadini è tutta qui, nella libertà di essere informati. E la differenza tra una dittatura e una democrazia nella capacità di quest’ultima, di creare cittadini informati e consapevoli. 
     Ciò vale anche e ancor di più per la conoscenza che dobbiamo avere dei nostri politici.
Io ho il diritto di sapere se in parlamento ci sono deputati che votano leggi omofobe e poi frequentano trans  e omosessuali, ho il diritto di sapere se chi vorrebbe mandare in galera le prostitute è un puttaniere nella sua vita privata, voglio sapere se chi manda in galera un ragazzo per uno spinello fa uso di cocaina e la porta anche nei palazzi, se chi mi chiede sacrifici perché c’è la crisi regala ventimila euro al mese non si sa a quale titolo, devo sapere se chi mi chiede la tracciabilità dei miei assegni paga l’affitto in nero.
   Poi possiamo anche continuare a votarli perché ci sta bene così, ma abbiamo il diritto di sapere.
    La legge in approvazione alla camera ci nega questo diritto, la casta che ci governa non vuole controlli, vuole avere mano libera su tutto.

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