venerdì 14 ottobre 2011

LA MINISTRA PRESTIGIACOMO

    Qualche giorno fa un mio conoscente mi ha raccontato che il suo barbiere, interrogandosi sul senso della parola dismissioni, aveva dato come significato il fatto che in Italia non esiste o è rara l’abitudine di dimettersi.
    In Italia dimettersi sembra un ammissione di colpa, negli altri paesi ci si dimette per difendersi meglio, per salvaguardare l’immagine del proprio gruppo politico  o dell’istituzione di cui si fa parte.
    Da noi le dimissioni qualche volta si minacciano per poi rientrare quasi subito.
    Prendiamo ad esempio la signora Prestigiacomo, ministra all’Ambiente,  nel 2009 minacciò di dimettersi se il governo non avesse ridato al suo ministero le competenze in materia di reti energetiche e nucleari. Nel 2010, dopo aver votato con le opposizioni un articolo su carico e scarico dei rifiuti minaccia, di uscire dal Pdl. La signora imperterrita è ancora lì al ministero e nel suo partito.
    Negli ultimi tempi, forse presa dalle telefonate con Bisignani, non si era accorta che il suo governo stava tagliando i fondi del suo ministero, ma mica qualche migliaia di euro,  qui si parla del 90% in meno.
    I fondi per l’ambiente passano da 1,3 miliardi di euro a 120 milioni. Praticamente il ministero è cancellato, come ha riconosciuto la stessa ministra. La quale ha anche detto che non voterà mai in consiglio dei ministri ed in aula una norma del genere. Se ciò dovesse veramente accadere, dopo aver votato contro il suo governo la signora dovrebbe dimettersi da ministro. Ma scommettiamo che non accadrà, i tagli dal 90% verranno portati all’85% e la ministra con questa vittoria in tasca resterà al suo posto.

Nessun commento:

Posta un commento