mercoledì 21 settembre 2011

VIVA IL MERCATO ABBASSO IL MERCATO

    Non sono un adoratore del dio mercato, e non penso che il pil sia l’unico strumento per misurare la prosperità e la ricchezza di una nazione. Per me, forse sarò reazionario ma non ho paura delle parole, credo che  le borse dovrebbero tornare al loro scopo originario, quello di favorire l’afflusso di capitali dal risparmio agli investimenti.
    Penso anche che le agenzie di rating non possono e non debbono avere il potere di sostituirsi ai legittimi governi nazionali.
    Tutto ciò lo pensavano, fino a pochi mesi fa i nostri governanti. Adesso, che i mercati stanno giudicando negativamente le misure economiche del nostro governo, scoprono che la borsa è un orologio rotto, che le agenzie di rating si fanno condizionare dai media, che il mercato non è tutto.
    Il fatto è che in Italia c’è una miscela esplosiva, dovuta alla presenza congiunta di tre condizioni, che prese singolarmente potrebbero essere gestibili, ma tutte insieme rappresentano l’anticamera del fallimento.
    L’alto debito pubblico, la crescita vicina allo zero, il discredito sulle capacità del nostro governo di affrontare la crisi.
    Se si cominciasse a risolvere l’ultimo dei tre problemi, mandare a casa Berlusconi ed i suoi, avere un governo che abbia credito internazionale, già sarebbe un segnale per i mercati e si potrebbe poi mettere mano a misure per la crescita e per abbassare il debito pubblico.
    Ma in un parlamento come il nostro, eletto o meglio cooptato, grazie ad una legge elettorale antidemocratica, altro regalo della alleanza Berlusconi – Bossi, sarà difficile se non impossibile trovare le energie per voltare pagina.

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