E così il sig. Umberto Bossi, non sapendo e non potendo spiegare ai suoi sempre più sparuti e depressi militanti il fallimento politico, economico e morale della sua alleanza con Berlusconi, rispolvera la secessione.
Il nord, dice non può più mantenere il sud dell’Italia. Bossi dovrebbe sapere che è esattamente il contrario, il sud ha mantenuto il nord per ben 150 anni. Il nord ha basato il suo sviluppo sullo sfruttamento delle risorse del sud, in primis la manodopera, e non solo quella bassa e dequalificata, ma fior di laureati e diplomati si sono spostati negli anni al nord ed hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo di questa parte del paese. Bossi ed i suoi dovrebbero ringraziare i migliaia di insegnanti provenienti dal sud, che con dedizione e preparazione hanno formato intere generazioni di italiani del nord. Inoltre non dimentichiamo che lo sviluppo del nord Italia è stato finanziato dalle rimesse degli emigranti, per la stragrande maggioranza sudisti.
Il sig. Bossi che è titolare di un ministero assolutamente inutile, deve sapere che il suo lauto stipendio viene pagato da tutti gli italiani, da nord a sud, isole comprese.
Inoltre il ministro ha giurato su una Costituzione che, tra i suoi principi fondamentali, all’art. 5 recita: La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Pertanto sarebbe una scelta etica dimettersi, perché non si condividono i principi su cui si è giurato. Ma forse è troppo chiedere un comportamento consono a principi morali ad un partito che alza la voce a Pontida e abbassa i calzoni a Roma.
Il ministro, segretario e fondatore leghista dice però di essere democratico e la secessione avverrà attraverso un referendum, che è impossibile da fare perché non è previsto dal nostro ordinamento.
Allora cosa farà? si metterà alla testa del suo esercito con l’elmo bicornuto, a fianco il suo delfino Trota e i suoi stallieri, e con la Durlindana sguainata marcerà contro gli italiani che lo opprimono. Dove andrà questa armata Brancaleone?
Un sonoro pernacchio, dal Cenisio alla balza di Scilla, la seppellirà.
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