venerdì 25 novembre 2011

DIRITTO DI CITTADINANZA

     Qualche tempo fa mentre ero fermo in  auto in una piazzetta di Napoli, ho visto un gruppo di ragazzini giocare a pallone. Hanno formato due squadre, delimitate le porte con gli zaini della scuola, ed hanno iniziato la partita. Esattamente come facevamo noi da bambini.
     Unica differenza che le due formazioni erano, come dire, miste, piene di oriundi. C'era un bambino chiaramente di orgine orientale, probabilmente cinese, e due di pelle nera. I tre oriundi si comportavano esattamente come gli altri bambini napoletani: strillavano, dicevano parolacce, alzavano le braccia al cielo se segnavano un goal, discutevano animatamente in dialetto per goal o punizioni contestate.
     Eppure questi bambini, nati in Italia da genitori che vivono e lavorano da anni nel nostro paese, non hanno  la cittadinanza italiana e non possono ottenerla.
     Il nostro Presidente della Repubblica, con grande sensibilità, ha posto il problema all'attenzione della  nostra classe politica.
     Bossi questa volta ha parlato, non ha usato gesti o pernacchie, ha detto che la lega è disposta ad alzare le barricate contro una proposta che dia la cittadinanza ai bambini straniera nati in Italia. Gli ex fascisti del Pdl, tanto per non smentire le loro origini, si sono dichiarati contrari. Silenzio assoluto dai cattolici e liberali del Pdl, se ci siete battete un colpo!
     Io sento  quei bambini, perfettamente integrati, con gli stessi vizi e virtù dei nostro bambini, molto più miei concittadini che non Borghezio. E i loro amici napoletani, che giocavano con loro, molto più avanti di buona parte della nostra classe dirigente.

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